Militare e uomo
politico francese. Ufficiale dell'esercito dal 1789, partecipò alla
campagna d'Italia del 1796-97, segnalandosi nella battaglia di Marengo. Nel 1802
appoggiò il colpo di Stato bonapartista del 18 Brumaio e,
successivamente, alternò l'attività militare con quella
diplomatica. Gli furono affidate varie missioni, tra cui quelle condotte nel
1802 in Siria, Turchia ed Egitto. Ferito ad Austerlitz nel 1805, fu promosso
generale di divisione e nominato ambasciatore in Turchia, riuscendo a convincere
il sultano a rompere l'alleanza con la Gran Bretagna e predisponendo la difesa
di Costantinopoli contro l'attacco della flotta inglese. Lasciata l'ambasciata
di Turchia nel 1808, partecipò alle successive campagne napoleoniche in
Spagna, Russia, Germania. Nel 1814 accettò la restaurazione borbonica, ma
fu nuovamente a fianco di Napoleone durante i Cento giorni. Nel 1819 fu eletto
deputato per la Corsica e nel 1826 per il collegio di Vervins. Tra i capi
dell'opposizione parlamentare, favorì la Rivoluzione del luglio 1830 e
l'ascesa al trono di Luigi Filippo d'Orléans. Nominato ministro della
Marina, passò poi agli Esteri (1830-32) e condusse una politica prudente.
Ministro senza portafoglio nel 1833-34, fu successivamente ambasciatore a Napoli
(1834) e a Londra (1835-40). Nel 1840 gli fu conferito il titolo di maresciallo
di Francia. Contribuì anche alla carriera politico-militare del fratello
visconte
Jean-André-Tiburce (1776-1871) che, dopo aver partecipato
alle campagne napoleoniche di Spagna e di Russia, ebbe affidato il comando della
legione corsa e nel 1831 fu promosso luogotenente generale e pari di Francia (La
Porta, Corsica 1772 - Parigi 1851).